Obesità e rischi per la salute

Nutrizionista Savona Loano

L’obesità è una patologia portata da uno squilibrio calorico prodotto da un’assunzione di calorie più elevata rispetto al consumo dell’organismo: si tratta di un accumulo di adipe sufficiente a compromettere la salute. L’obesità genera disturbi che determinano una maggiore incidenza nella popolazione umana del diabete di tipo 2, ipertensione, patologie cardiovascolari e cancro.

Un esempio di una grave patologia cardiovascolare è l’arteriosclerosi, ossia una malattia infiammatoria cronica caratterizzata dalla formazione di placche ricche di lipidi (ateroma) che sporgono nel vaso sanguigno, potendosi nel tempo distaccare e portare a fenomeni trombotici. Questi fenomeni occlusivi colpiscono più frequentemente le arterie coronariche (cuore), le arterie celebrali e le arterie degli arti inferiori, generando note forme cliniche come l’angina pectoris, l’infarto miocardico, l’ictus celebrale, disfunzione renale che possono evolvere in morte improvvisa. La dieta risulta quindi essere un meccanismo che riduce i rischi di patologie arteriosclerotiche: ricerche statistiche dimostrano che diminuire il consumo giornaliero di colesterolo e acidi grassi saturi (presenti nel burro, nei formaggi e nella carne bovina…) abbassa considerevolmente il rischio di arteriosclerosi; invece, consumare gli oli vegetali (come olio di mais o di lino spremuti a freddo ) e gli oli di pesce, contenenti acidi grassi polinsaturi della famiglia omega 3, permette di diminuire i livelli del colesterolo.

Una ricerca svolta sugli olandesi, la cui dieta prevedeva il consumo giornaliero di almeno 30 g di olio di pesce, ha rivelato una diminuzione consistente della frequenza di morte per patologie cardiache coronariche, così come studi sperimentali su animali, sottoposti a restrizione calorica, hanno dimostrato notevoli benefici nella qualità e nella durata della vita: nei ratti, riducendo l’apporto di cibo, si otteneva l’aumento significativo della longevità.

Ma in che cosa consiste effettivamente la restrizione calorica? Si tratta di una dieta dimagrante con una quantità inferiore di calorie che non determina la carenza di nutrienti essenziali, i cui benefici si ottengono in maniera proporzionale alla restrizione calorica (già una restrizione del 10% ha un effetto benefico misurabile).

Le ipotesi attuali suggeriscono che la restrizione calorica, ossia una dieta ipocalorica, riduce l’accumulo di grassi e i processi di arterosclerosi, è la più efficace tecnica di prevenzione dei tumori, rallenta il declino immunologico dettato dall’avanzare dell’età, e diminuisce la produzione di radicali liberi, ossia i principali responsabili dell’invecchiamento cellulare. Naturalmente risulta molto dannoso anche l’eccedere nella restrizione delle calorie in quanto si rischia stati deficitari vitaminici nonché l’incorrere, se il digiuno è prolungato, nell’acidosi scompensata e nell’ipoglicemia che portano a coma; proprio per questo si ha la necessità di seguire una dieta personalizzata in grado di fornire un sufficiente apporto calorico e un corretto insieme di nutrienti.