Dieta e artrite reumatoide

dieta diabete

L’artrite reumatoide (AR) è una malattia infiammatoria cronica che colpisce prevalentemente le articolazioni, ma può anche avere manifestazioni sistemiche. La patogenesi dell’AR è complessa e coinvolge fattori genetici e ambientali. Studi recenti hanno esplorato l’impatto di diversi fattori ambientali, come il fumo di sigaretta, la dieta, gli ormoni e gli agenti infettivi, sul rischio di sviluppare AR.

Studio E3N e Dieta Mediterranea

Uno studio significativo in questo ambito è lo studio E3N (Etude Epidémiologique auprès des femmes de la Mutuelle générale de l’Education Nationale), una coorte prospettica francese avviata nel 1990, che ha incluso 98.995 donne. L’obiettivo principale di questo studio era esaminare il collegamento tra la dieta mediterranea e il rischio di AR, soprattutto in relazione al fumo di sigaretta.

Metodologia dello Studio E3N

Il metodo utilizzato per raccogliere i dati sulla dieta delle partecipanti si basava su un questionario sulla frequenza alimentare, convalidato nel 1993. Questo questionario era progettato per valutare l’aderenza delle partecipanti alla dieta mediterranea (MD), una dieta caratterizzata da un alto consumo di frutta, verdura, legumicereali integrali, pesce e olio d’oliva, con un consumo moderato di carne e prodotti lattiero-caseari.

I ricercatori hanno sviluppato un punteggio dietetico MD basato su 9 unità, prendendo in considerazione i consumi di verdure, legumi, prodotti a base di cereali, pesce, carne, latticini, olio d’oliva e alcol. Questo punteggio serviva a quantificare l’aderenza alla dieta mediterranea.

Risultati dello Studio E3N

Tra le 62.629 donne osservate, si sono verificati 480 casi di AR. L’analisi dei dati ha rivelato che, nell’intera popolazione, non c’era una correlazione significativa tra il punteggio MD e il rischio di sviluppare AR. Tuttavia, un risultato interessante è emerso quando i ricercatori hanno esaminato il sottogruppo delle donne che fumavano regolarmente: tra queste, un’alta aderenza alla dieta mediterranea era associata a un ridotto rischio di AR.

Per quantificare, i rischi assoluti di AR erano 38,3 e 51,5 casi per 100.000 anni-persona rispettivamente per punteggi MD alti e bassi tra le fumatrici, rispetto a un rischio di 35,8 per 100.000 anni-persona nelle donne non fumatrici che seguivano la MD.

Studio sulla Predisposizione Genetica all’AR

Parallelamente, un altro studio ha esplorato il legame tra la genetica e l’AR. Condotta da un team di ricerca del Karolinska Institutet di Stoccolma e della Harvard University, questa ricerca ha analizzato i dati del genoma di oltre 850.000 persone di origine europea.

Metodologia e Scopo dello Studio

L’obiettivo era comprendere meglio il ruolo dell’obesità, misurata attraverso l’indice di massa corporea (BMI) e il rapporto vita-fianchi (WHR), nel rischio di sviluppare AR. I ricercatori hanno analizzato 14.361 pazienti con AR, confrontandoli con 43.923 controlli sani.

Risultati dello Studio sulla Predisposizione Genetica

Nonostante una correlazione genetica complessiva trascurabile tra obesità e AR, lo studio ha identificato una correlazione genetica significativa in diverse regioni sul cromosoma 6. Queste scoperte indicano una potenziale base genetica condivisa tra obesità e AR, suggerendo che alcuni geni coinvolti nell’obesità potrebbero giocare un ruolo anche nello sviluppo dell’AR.

Inoltre, è stato osservato che un aumento del BMI geneticamente previsto (di circa 4,8 kg/m2) era associato a un incremento del rischio di AR. Questo effetto era coerente nelle analisi di sensibilità e comparabile tra i sessi, suggerendo che l’obesità, indipendentemente dalla distribuzione del grasso corporeo, può essere un fattore di rischio significativo per l’AR.

Implicazioni e Importanza di Questi Studi

Questi studi sono particolarmente importanti nel campo della ricerca sull’AR poiché offrono una prospettiva più approfondita sui fattori di rischio modificabili, come la dieta e il controllo del peso, e sui fattori genetici che possono influenzare lo sviluppo della malattia. La comprensione di questi fattori può guidare lo sviluppo di strategie preventive e terapeutiche più efficaci per l’AR.

Inoltre, i risultati dello studio E3N suggeriscono che le modifiche dello stile di vita, come l’adozione di una dieta mediterranea, potrebbero essere particolarmente benefiche per determinati gruppi a rischio, come le donne fumatrici. Questo è un aspetto cruciale nella prevenzione dell’AR, considerando che il fumo di sigaretta è uno dei più forti fattori di rischio ambientali per l’AR.

D’altra parte, lo studio sulla predisposizione genetica all’AR evidenzia l’importanza dell’approccio genetico nella comprensione delle malattie complesse come l’AR. La scoperta di specifiche regioni genetiche collegate sia all’obesità sia all’AR apre nuove strade per la ricerca e potenzialmente per lo sviluppo di nuovi trattamenti mirati.

Dieta indicata per l’artrite reumatoide

Dieta antiossidante

La “dieta macromediterranea” per l’artrite reumatoide (AR) non è un termine comunemente usato nel campo della nutrizione o della medicina, quindi potrebbe essere una fusione di due concetti dietetici distinti: la dieta mediterranea e la dieta macrobiotica. Entrambe sono note per i loro benefici sulla salute, ma hanno approcci e principi diversi. Esaminiamo come ciascuna potrebbe influenzare positivamente l’AR e poi consideriamo come una fusione di queste due diete potrebbe apparire.

Dieta Mediterranea e AR

La dieta mediterranea è rinomata per i suoi benefici sulla salute, inclusa la potenziale riduzione del rischio di malattie croniche come l’AR. Questa dieta enfatizza il consumo di:

  • Frutta e verdura fresca
  • Cereali integrali
  • Legumi
  • Noci e semi
  • Olio d’oliva come grasso principale
  • Pesce e pollame in quantità moderate
  • Vino rosso con moderazione (opzionale)

Questa dieta è ricca di antiossidanti e acidi grassi omega-3, noti per le loro proprietà antinfiammatorie, che possono essere particolarmente benefici per i pazienti con AR.

Dieta Macrobiotica e AR

La dieta macrobiotica, d’altra parte, si concentra sull’equilibrio e l’armonia nel cibo, basandosi principalmente su principi Zen. Include:

  • Cereali integrali (come risoorzofarro, avena)
  • Verdure locali e stagionali
  • Legumi e alghe
  • Consumo limitato o assente di carni rosse, prodotti lattiero-caseari, zuccheri raffinati e cibi trasformati

Anche se non esistono prove scientifiche dirette che collegano la dieta macrobiotica alla gestione dell’AR, i suoi principi di una dieta a basso contenuto di grassi e ricca di fibre potrebbero offrire benefici simili a quelli della dieta mediterranea, soprattutto in termini di riduzione dell’infiammazione.

Fusione: Dieta “Macromediterranea” per l’AR

Una dieta “macromediterranea” potrebbe teoricamente combinare elementi di entrambe queste diete, creando un regime alimentare che enfatizza cibi integrali, naturali e antinfiammatori. Ecco come potrebbe apparire:

  • Base di cereali integrali: Come nella dieta macrobiotica, i cereali integrali sarebbero una componente fondamentale.
  • Ricchezza di verdure e frutta: Attingendo dalla dieta mediterranea, un’enfasi su una varietà di frutta e verdura fresca.
  • Grassi salutari: L’olio d’oliva e i grassi omega-3 provenienti da pesce, noci e semi.
  • Proteine da piante e pesce: Limitare il consumo di carne rossa e preferire fonti proteiche da legumi, pesce e pollame.
  • Minimizzare i cibi trasformati: Ridurre il consumo di zuccheri raffinati e cibi altamente trasformati, in linea con entrambe le diete.

Considerazioni

Prima di apportare cambiamenti significativi alla dieta, specialmente per la gestione di una condizione come l’AR, è sempre consigliabile consultare un medico o un dietista. La personalizzazione della dieta in base alle esigenze individuali, alle condizioni di salute, e alle preferenze alimentari è cruciale per assicurare non solo l’efficacia del regime alimentare ma anche la sua sostenibilità a lungo termine.